ROMA (ITALPRESS) – Quegli inseguimenti sembrano scene tratte da una delle tante serie che affollano le piattaforme televisive. Invece gli interventi che vedremo (da oggi su RaiPlay e da venerdì 22 marzo, in seconda serata, su Rai3) in “112 – Le notti del Radiomobile” sono veri. Sono quelli del Nucleo Operativo Radiomobile dei Carabinieri così come Claudio Camarca li ha raccontati dopo essere stato con i militari a bordo delle gazzelle durante i loro turni di lavoro a Roma, Napoli e Milano. Quello che ne esce è la fotografia di una presenza confortante e di prossimità al servizio della richiesta di sicurezza dei cittadini.
«La storia gloriosa dell’Arma di è intrecciata in diverse occasioni con quella della Rai. Ieri come oggi per noi, in quanto Servizio Pubblico, è un dovere ricordare agli italiani l’impegno quotidiano dei carabinieri – osserva il direttore dell’Approfondimento Rai Paolo Corsini – Nelle diverse epoche il racconto ha preso le forme più varie, dalla fiction al reportage, dal podcast alla docu-serie ma l’immagine dell’Arma è rimasta immutata e il carabiniere rimane un eroe moderno. “112 – Le notti del Radiomobile” rappresenta la strada su cui vuole andare la Direzione Approfondimento della Rai».
Per il colonnello Stefano Romano, capo ufficio cerimoniale del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, «il merito di questa docu-fiction è restituire in maniera condensata ciò che avviene su tutto il territorio perchè, a parte la densità, non c’è differenza tra un paesino del Trentino o della Sicilia e una grande città. Quello del Nucleo Operativo Radiomobile è un servizio importante per il cittadino che prescinde dagli orari perchè, quando c’è la necessità, ci deve essere sempre qualcuno dei nostri 10 mila ragazzi pronto a intervenire».
Come, ad esempio, il maresciallo Federica Strano che, in “112 – Le notti del Radiomobile”, vedremo impegnata nel salvataggio di un neonato dalla violenza del padre: «Di eventi così, per fortuna, non me ne sono successi molti. Io non ho figli ma un giorno forse potrei averne e in quel momento ho pensato che mai un bambino dovrebbe subire una cosa del genere. Si trattava – aggiunge – di una situazione di degrado che ha avuto sviluppi ma quella sera sono tornata a casa con la consapevolezza che eravamo serviti a qualcosa».
I codici rossi purtroppo sono, in realtà, molto più frequenti di quanto si possa immaginare. Basti pensare ai 315 casi di femminicidio registrati nel 2023: «Se c’è un filo rosso che lega le città di cui abbiamo parlato è l’incidenza dei codici rossi. Ne abbiamo almeno due per puntata – racconta Claudio Camarca – La capacità dei radiomobilisti in questi casi è la vicinanza ma anche capire quando devono fare un passo indietro e, magari, convincere il cittadino ad aspettare lo psicologo o convincere una donna a denunciare il compagno che la stava massacrando di botte. Non è facile arrivare a 180 km all’ora, entrare in casa e recuperare la capacità di ascolto necessaria». Per Camarca, inoltre, «dalle sei puntate viene fuori l’impunità che si respira nelle nostre città. Spesso chi viene fermato dai carabinieri fa finta di non capire che ha oltrepassato il limite della giustizia o si rapporta loro con la sensazione che tanto non gli succederà nulla. E’ capitato, ad esempio, con un tizio fermato in possesso di sostanze stupefacenti che ha guardato i carabinieri come se non avesse fatto nulla di grave, o con un deficiente che era passato a 160 km all’ora con tre semafori rossi perchè, ha detto, doveva portare i supplì caldi alla sua compagna. Molti percepiscono le regole come un intralcio alla propria libertà personale, assistiamo a una de-adultizzazione del cittadino».
“112 – Le notti del Radiomobile” è un’idea di Claudio Camarca (che ne è anche regista), scritta con Nicola Vicinanza, prodotta da Alessandro Lostia per Indigo Stories e realizzata in collaborazione con il Comando Generale dei Carabinieri.
-foto ufficio stampa Carabinieri-
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