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di Stefano Vaccara

CHICAGO (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Alla terza giornata della Convention del Partito Democratico di Chicago, il governatore del Minnesota Tim Walz, un ex insegnante di liceo che dopo oltre vent’anni di carriera nell’istruzione è passato alla politica con l’elezione a deputato al Congresso al primo tentativo, ha accettato “con gioia” la nomina a vicepresidente. “Grazie, prima di tutto, al Vicepresidente Harris. Grazie per aver riposto la vostra fiducia in me e per avermi invitato a far parte di questa incredibile campagna”, ha detto. “È un onore della mia vita accettare la tua nomina a vicepresidente degli Stati Uniti. Siamo tutti qui stasera per una bellissima, semplice ragione: amiamo questo Paese”.
Con un discorso breve ma schietto e soprattutto graffiante nei confronti dell’ex presidente Donald Trump, Walz ha confermato di essere il candidato adatto al ticket che punta ad eleggere Kamala Harris presidente.
Politico sconosciuto a livello nazionale fino a pochi mesi fa, è diventato popolare fuori dal Minnesota per aver definito Trump e i suoi seguaci “just weird” (semplicemente strano), nomignolo che si è diffuso a macchia d’olio fino ad essere utilizzato dalla stessa Harris, facendo così infuriare proprio quell’ex presidente che da sempre ama affibbiare soprannomi dispregiativi agli avversari.
Walz nel suo discorso di mercoledì sera a Chicago, ha ripetuto quanto sono “weird” Trump e JD Vance, caricando lo sprezzante giudizio anche con “pericolosi” e attaccando il Project 25, un piano di azione per i repubblicani presentato dal “Think tank” conservatore Heritage Foundation e che i dem hanno bollato come estremista – anche Trump lo ha sconfessato ma i sospetti di esserne l’ispiratore restano intatti. Walz ha detto che si tratta di “un programma che nessuno ha chiesto”, per poi aggiungere: “È un’agenda che non fa nulla per i nostri vicini bisognosi. È strano? Assolutamente, assolutamente. Ma è anche sbagliato. Ed è pericoloso”.
Il governatore del Minnesota a un certo punto ha raccontato, con emozione, la lunga sofferenza vissuta con sua moglie per riuscire ad avere un figlio. Quando ci sono riusciti, grazie all’aiuto della scienza, hanno chiamato la figlia “Hope” (Speranza, che era tra il pubblico e poi è salita sul palco). Ma ecco che Walz ha messo in guardia da coloro che vogliono togliere la “libertà” agli americani di poter raggiungere la felicità. Walz ha accusato anche il duo Trump-Vance di perseguire un’agenda che favorisce solo i “ricchi”, e con Harris ha promesso che proteggerà la classe media e quella dei lavoratori.
Da notare che era stato mostrato in precedenza un video con le testimonianze di veterani della guardia nazionale del Minnesota, che celebravano le doti di leadership di Walz, che ha servito 23 anni da ufficiale volontario militare.
Alla fine il vice di Harris ha utilizzato metafore riprese dal football americano e dal palco migliaia di delegati alla convention hanno mostrato i cartelli con la scritta “Coach Walz” (Allenatore Walz): “Non ho mai fatto grandi discorsi come questo, ma ho fatto molti discorsi di incoraggiamento”, ha detto riferendosi a quando ispirava quegli studenti-giocatori che aveva allenato con successo. Poco prima questi erano saliti, ormai da uomini maturi, sul palco della Convention per celebrare il loro insegnante-allenatore vincente.
Walz ha quindi parlato come se fosse ancora nello spogliatoio con i suoi ragazzi: “Siamo nel quarto quarto, siamo sotto ma siamo in attacco e abbiamo la palla”, per poi aggiungere: “Stiamo scendendo in campo e ragazzi, abbiamo la squadra giusta”. E ancora: “Il nostro compito, per tutti coloro che guardano, è entrare in campo e bloccare e contrastare. Un pollice alla volta. Un metro alla volta. Una telefonata alla volta. Bussa a una porta alla volta… Ci sarà tempo per dormire quando sarai morto…”.
Oltre a quello di Walz, ha fatto vibrare gli spettatori della Convention l’intervento di Oprah Winfrey, la conduttrice tv-opinion maker capace di influenzare milioni di suoi fedeli spettatori (molti libri da lei presentati sono diventati best seller) che ha ripetuto ai democratici di non mollare contro Trump, ripetendo la frase accompagnata dal pubblico “non si torna indietro” e di scegliere sempre la “gioia” dell’atteggiamento nella vita come nella politica di Kamala Harris.
Oprah ha avvertito che “la decenza e il rispetto sono in ballo nel 2024” e ha lanciato un appello agli elettori indipendenti e indecisi, chiarendo esattamente la sua posizione: “Siamo tutti americani e, insieme, scegliamo tutti Kamala Harris”.
Il “caricarsi di gioia” è stato lo slogan ricorrente della terza serata, ripetuto da Walz e che era stato prima ancora introdotto da Bill Clinton. Con la voce rauca e lontano dal ritmo eloquente della sua oratoria degli anni Novanta, l’ex presidente nel sottolineare l’atmosfera favorevole alla campagna per eleggere Harris alla Casa Bianca, ha messo in guardia i democratici dall’eccessiva sicurezza, come anche avevano fatto il giorno prima Michelle e Barack Obama. Clinton ha avvertito i democratici che i repubblicani sono “davvero bravi a distrarci, a suscitare dubbi, a scatenare polemiche”. A quasi 25 anni dall’uscita dall’Ufficio Ovale, Clinton ha parlato della “fatica” della sua età, per poi subito affondare con la stoccata: nonostante i suoi 78 anni, “resto qualche mese più giovane di Trump”.
Pete Buttigieg, il segretario ai Trasporti dell’amministrazione Biden e astro in ascesa nella nuova generazione politica americana, ha parlato della sua vita gay, mettendo in guardia da coloro che sui diritti vorrebbero far tornare indietro l’America che gli ha concesso una vita “passata dall’impossibile al possibile, dal possibile al reale, dal reale al quasi ordinario in meno della metà di una vita”. Buttigieg, dopo la triste adolescenza in Indiana, ora è sposato e con figli.
Il governatore della Pennsylvania Josh Shapiro, che era stato fino all’ultimo tra i favoriti per la nomination alla vice presidenza poi andata a Walz, nel suo discorso dai toni “obamiani” ha difeso la Costituzione assalita da Trump. Come del resto anche l’intervento di Nancy Pelosi, l’ex presidente della Camera, si è concentrato sull’attacco del 6 gennaio 2021. Prima del suo discorso, al pubblico della Convention è stato mostrato un video con l’attacco al Campidoglio da parte dei sostenitori di Trump. Pelosi nel ha detto che la democrazia quel giorno fu salvata dalla reazione dei deputati e senatori del Congresso che furono pronti nel votare e certificare il risultato elettorale che Trump invece aveva cercato di fermare con la forza.
Giovedì sul palcoscenico salirà Kamala Harris: riuscirà ad emozionare più di Michelle Obama?

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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