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ROMA (ITALPRESS) – I numeri e le emozioni di Tokyo sono ancora scolpiti nella mente, ma l’Italia che si presenta a Parigi tre anni dopo è da record già all’imbarco. Scollinata quota 400: saranno infatti 403 gli atleti che difenderanno la bandiera tricolore negli imminenti Giochi, con 209 uomini e 194 donne, anche quest’ultimo un nuovo primato per la delegazione. Ognuno con la propria storia, tanti dei protagonisti di Parigi 2024 hanno trovato nell’Italia una prima casa e una seconda opportunità. “Voglio essere d’esempio per i giovani, soprattutto per gli italiani di seconda generazione. Amate l’Italia, guardate che cosa mi ha permesso di fare: di andare ai Giochi Olimpici!”, esclamava la pugile Sirine Charaabi pochi mesi fa dopo aver ottenuto la qualificazione nei -54 kg. Nata nel ’99 in Tunisia, ha raggiunto Caserta quando aveva soltanto 18 mesi e la sua è soltanto uno delle decine di vissuti simili che rappresentano l’Italia della seconda generazione in queste Olimpiadi. E’ il caso del collega e grande speranza di medaglia olimpica nei -92kg Aziz Abbes Mouhiidine, italomarocchino cresciuto anche lui in Campania. E lo sa bene chi ha ammirato i successi recenti dell’atletica italiana.
Quel Marcell Jacobs nato a El Paso da padre texano e mamma italiana ora è soltanto la punta di diamante di un gruppo che va da Chituru Ali, cresciuto a Como da mamma nigeriana e papà ghanese, a Zaynab Dosso, nata in Costa d’Avorio e arrivata in Italia nel 2009 per ricongiugersi con i genitori. E poi Lorenzo Simonell, nato a Dodoma da madre tanzaniana che deve il suo cognome al padre antropologo che lavorava in Africa; Mattia Furlani, ancora oggi allenato dalla mamma di origini senegalesi Kathy Seck, e per restare al lungo Larissa Iapichino, con la mamma Fiona May – nata in Regno Unito da genitori di origine giamaicana – che tanto ha regalato all’Italia dopo il matrimonio con Gianni Iapichino. Sprazzi di vita l’uno diverso dall’altro, l’atletica è un perfetto mix di storie. Da chi, come il mezzofondista diventato maratoneta Yeman Crippa, deve tutto ai genitori Roberto e Luisa che lo hanno adottato da un orfanotrofio di Addis Abeba dopo essere scappato alla guerra civile etiope, a chi solo recentemente ha concluso il processo di naturalizzazione, come il triplista nativo cubano Andy Diaz (che farà il suo esordio in azzurro proprio a Parigi) o l’altra maratoneta Sofiia Yaremchuk, ucraina stabilitasi in Italia nel 2018 e che difende i nostri colori dal 2021.
Italia della corsa, del salto ma anche della potenza e della precisione. Come la Nazionle di volley con Miriam Sylla nata a Palermo da genitori ivoriani; Paola Egonu, veneta con mamma e papà nigeriani, e la new entry Ekaterina Antropova, nata in Islanda da genitori russi e arrivata nel Bel Paese nel 2015 per inseguire il sogno, nel frattempo diventato realtà, di diventare una pallavolista affermata. Dalla potenza alla grazia dei movimenti di Yumin Abbadini (papà italiano, mamma cinese) e Lorenzo Minh Casali (nato in Vietnam e adottato all’età di 5 anni), dai dritti vincenti di Luciano Darderi, che da una vita fa la spola tra l’Argentina terra natia e l’Italia d’origine del nonno, ai tiri di Gonzalo Echenique, nato a Rosario, poi diventato spagnolo e ora tassello fondamentale del Settebello. Dai tuffi di Sarah Jodoin Di Maria e Andreas Sargent Larsen – nati rispettivamente a Montreal e Copanaghen – alla voglia di rivincita nella lotta del già bronzo di Rio 2016 Frank Chamizo, cubano che ha trovato nell’Italia una seconda casa dopo il matrimonio con Dalma Caneva. L’Italia della seconda generazione e delle sue tante storie è pronta a stupire, con il sogno dell’Inno di Mameli che risuona in sottofondo.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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