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BARI (ITALPRESS) – “Dare più poteri alle Regioni a loro richiesta significa ridurre grandemente la capacità dello Stato centrale di intervenire per equilibrare gli interventi per evitare che le regioni più ricche lo diventino sempre di più a scapito di quelle più povere. Si fa fuori l’arbitro e la partita la si gioca con 20 regolamenti giuridici diversi. Si consente alle regioni più forti di sottrarre al bilancio dello Stato somme gigantesche per gestire sino a 23 nuove materie attualmente di competenza dello Stato centrale. Senza neppure provare a finanziare le aree meno ricche per ridurre i divari tra Nord e Sud”. Così, in un’intervista a la Repubblica, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, convinto che la legge sull’Autonomia differenziata sia un errore.
“Non cambia solo qualcosa per il Sud ma per il Paese – aggiunge -, perchè questa riforma così come è stata concepita, consentirà di fatto la nascita di 20 repubbliche autonome con regole e caratteristiche operative diverse. Torniamo allo Stato preunitario fatto di Stati uno diverso dall’altro. Ciò determinerà, per tutti i settori per i quali verrà chiesta la delega, leggi e regolamenti diversi per ogni regione. Gli imprenditori e i cittadini avranno a che fare con sistemi amministrativi profondamente diversi a seconda di dove sorge la loro sede aziendale. I docenti, come i medici, potranno essere pagati in maniera differente nelle diverse aree del Paese e questo farà scappare questi professionisti verso dove si guadagna di più”.
“La riforma Calderoli – sottolinea Emiliano – si limita ad accertare formalmente i Lep e non li individua attraverso un modello di finanziamento degli stessi uguale in tutto il territorio nazionale. Una riforma che viene approvata in assenza di nuovi oneri a carico dello Stato centrale è di per sè una norma incapace di raggiungere l’obiettivo di rendere uguali tutti i cittadini italiani. Come sarà possibile consentire a tutte le famiglie meridionali il tempo pieno a scuola, come succede per ogni famiglia del nord Italia, senza adeguati finanziamenti?”.
“Fitto – prosegue il governatore della Puglia – è l’esecutore pedissequo di un patto scellerato tra Fratelli d’Italia e Lega che riguarda tanto il premierato in cambio dell’autonomia, quanto il desiderio di costruire un’egemonia politica attraverso atti di natura normativa – penso ai fondi Pnrr, dei Fondi di sviluppo e coesione, delle Zes, dei fondi delle perequazioni infrastrutturali che sono stati eliminati – che vanno in un’unica direzione: accentrare in maniera mai vista nella storia della Repubblica i poteri di programmazione e le fonti economiche per spaccare il paese in due, con il Nord lasciato libero di fare quello che ritiene, e il Sud commissariato come una colonia con il rischio di creare clientele”.
“La riforma Zes è uno dei tasselli di questo percorso di commissariamento che Meloni e Fitto stanno portando avanti per il Paese – aggiunge -. E’ una riforma folle perchè inattuabile a meno che non si decida che, data l’enorme mole delle domande che verranno presumibilmente presentate e la scarsità di risorse appostate, alla fine spetterà a qualcuno – la presidenza del Consiglio – decidere quali investimenti possano essere realizzati al Sud. Una riedizione fuori tempo massimo della Cassa per il Mezzogiorno e dell’Iri senza nessuna visione dello sviluppo industriale del Paese”.
– foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

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