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MILANO (ITALPRESS) – “L’auspicio per il 2024? Che sia l’anno in cui tutti, a partire dal governo, si impegnino a migliorare la situazione degli stadi. E’ incredibile che l’Italia sia così indietro sugli impianti sportivi. E’ anche tempo di proporre innovazioni al gioco: dobbiamo sperimentare, per essere sia geografi, sia esploratori, citando Antoine de Saint Exupery”. Lorenzo Casini, presidente della Lega di serie A, in un’intervista al “Corriere della Sera” ribadisce una volta di più la necessità di investimenti sulle infrastrutture del calcio italiano. Ma non solo. Lo stop al Decreto Crescita “riduce la competitività delle squadre sul mercato”, “nell’immediato, diminuiranno gli stranieri più forti” e per questo Casini parla di “scelta incomprensibile e temo demagogica: una moratoria di qualche anno era la via più logica e di maggior aiuto per vivai e giovani italiani, che all’improvviso avranno minori risorse e maggior concorrenza”. La sentenza della Corte di giustizia europea sulla Superlega non preoccupa: “La Corte non ha censurato il monopolio in sè della Uefa, ma i possibili abusi da posizione dominante. Non condanna il sistema piramidale del calcio, ma indica correttivi. Questa vicenda può essere un’opportunità per tutti, anche per Uefa e Fifa, per migliorare il funzionamento delle istituzioni sportive. E può essere un’occasione per riconoscere alle leghe un maggior peso a tutela di tutti i club”. Il presidente della Lega di A difende poi la scelta di giocare la Supercoppa Italiana in Arabia Saudita: “Lo scopo non è solo commerciale, lo sport è sempre stato uno straordinario strumento di solidarietà e dialogo, anche culturale. L’Italia ha rapporti diplomatici, commerciali e culturali in moltissimi settori con l’Arabia Saudita che, anche in vista di Expo 2030 e Mondiali 2034, ha intrapreso un percorso di riforme. Ma nessuno pensa alla Supercoppa come strumento per avallare le scelte politiche interne di qualunque Stato”. Casini spera anche che il percorso di riforme annunciato da Gravina sia portato avanti: “Va ridotto il numero complessivo di squadre professionistiche, in particolare della Lega Pro. Limitare il dibattito a una serie A con 20 o 18 squadre, se Premier e Liga sono a 20, è fuorviante. La ricetta per raggiungere l’agognata sostenibilità finanziaria? Vanno resi più severi gli indicatori di controllo finanziario. Su questo le licenze nazionali approvate dalla Figc sono un passo avanti”.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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