LONDRA (INGHILTERRA) (ITALPRESS) – Dal caso Manchester City all’Arabia Saudita, passando per Euro2024 e il suo stesso futuro a Nyon. Aleksander Ceferin si concede per una lunga intervista al “Telegraph”, partendo dall’annuncio della Premier League che è stata fissata la data dell’udienza – non però ancora comunicata pubblicamente – per discutere delle 115 presunte violazioni del fair play finanziario contestate al Manchester City nel febbraio dello scorso anno e relative al periodo che va dal 2009 al 2018, con la società accusata anche di non aver collaborato con le indagini. Violazioni che già qualche anno fa la Uefa aveva contestato, escludendo il City dalla Champions per due anni salvo poi dover fare marcia indietro visto l’appello accolto dal Tas. “Sappiamo che avevamo ragione, altrimenti non avremmo deciso in quel senso – commenta oggi Ceferin, senza però chiarire se il City sarà privato dei titoli conquistati qualora venisse giudicato colpevole in Inghilterra – Da avvocato so che a volte vinci delle cause che sei sicuro che perderai e che altre volte perdi quando sei certo di vincere. Le sentenze poi si rispettano ma credo che la decisione presa all’epoca fosse corretta”. In estate, intanto, ci saranno gli Europei e il numero uno della Uefa non nasconde di essere un pò in ansia: “La Germania è un bravo Paese organizzatore ma in questo mondo che sta impazzendo, la sicurezza è la più grande preoccupazione. E non parlo tanto degli stadi, che saranno adeguatamente protetti, ma dei tifosi che saranno in giro per le città. Ma cerchiamo di essere ottimisti, penso ancora che andrà tutto bene col supporto delle autorità tedesche”. Euro2024 ribadirà la centralità di un calcio “minacciato” dai petroldollari anche se Ceferin non sembra dare molto peso alla crescita del movimento saudita. “Ho sentito che alcuni sarebbero felicissimi se la finale di Champions si giocasse in Arabia ma nessuno ne ha mai parlato concretamente con me e, ovviamente, non succederà”. Il dirigente sloveno, insomma, non teme la concorrenza. “Il calcio europeo ha radici forti, è parte della nostra cultura, della nostra storia, e queste sono cose che non si comprano. I giocatori vanno lì perchè gli offrono grandi contratti e non li biasimo. Se magari sono vicini alla fine della carriera, si tratta di una nuova avventura che fa guadagnare loro tanti soldi. Ma dire che vanno lì per ‘aiutarè, è uno scherzo”. Inevitabile tornare sulla Superlega e sulla sentenza della Corte di Giustizia Europea “dove in nessuna parte viene detto che abbiamo abusato del nostro monopolio. Ma quello che conta di più è che tutta la comunità calcistica ha detto no alla Superlega: nessuna corte può forzare il mondo del calcio a giocare questa stupida competizione. Rovinerebbe il calcio e nessuno lo permetterà. E’ già un insulto per questo sport parlarne così tanto, per me e la comunità calcistica la storia è finita”. Nemmeno il nuovo Mondiale per Club a 32 squadre voluto dalla Fifa disturba i sonni di Ceferin: “Ero contrario perchè inizialmente si diceva di giocarlo ogni anno. Non credo abbia senso nemmeno giocarlo ogni 4 ma ai club sta bene così. Tanto si sa che i 12 club europei vinceranno contro le altre squadre e la Champions League sarà sempre la Champions League”. Infine, sulla polemica legata al cambio di statuto che gli potrebbe permettere di rimanere al timone della Uefa oltre il 2027, Ceferin chiosa: “In realtà non ho ancora deciso se ricandidarmi o meno. A essere onesti, sono molto stanco. Vedremo”.
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