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UDINE (ITALPRESS) – “Recuperare gli affreschi dipinti sulle pareti delle case dei nostri paesi, quelli che decorano le ancone votive e devozionali delle strade e le decorazioni murarie storiche in generale della nostra regione significa mantenere la memoria, salvaguardare un patrimonio dal valore inestimabile, valorizzare gli abitati nel Friuli Venezia Giulia, salvando dal deperimento opere di devozione popolare alle quali la comunità è profondamente legata, che testimoniano la cultura e l’identità
dei luoghi. Questo sarà possibile grazie a due linee di finanziamento della Regione”. Lo ha spiegato, questa mattina, il vicegovernatore e assessore alla Cultura del Friuli Venezia Giulia, Mario Anzil, intervenuto nella sede di Udine della Regione, alla presentazione di due bandi che sono finalizzati, appunto, nel primo caso al recupero delle pitture murarie a fresco private prospicienti la pubblica via e nel secondo caso agli affreschi sacri di chiese e chiesette votive – ma anche dipinte all’interno di edifici storici come palazzi, ville e castelli -, tramite Comuni ed enti ecclesiastici. La Regione mette a disposizione nel primo caso 600.000 euro, che destina ai Comuni (26.000 euro per ciascun Municipio), e poco meno 1,3 milioni di euro per il restauro dei cicli a fresco e delle pitture murarie delle chiese, nei manieri e in dimore ed edifici storici. Per i privati il tramite sarà il Comune: i cittadini potranno segnalare alla propria amministrazione municipale l’opera che ritengono meritoria per un recupero che, nel caso si tratti di una pittura di valore storico e di pregio, sarà effettuato da professionisti abilitati, previa autorizzazione della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia. “Gli affreschi – ha sottolineato il vice governatore Anzil nel suo intervento -, sono parte del nostro patrimonio storico e culturale, e anche delle tradizioni locali. Un patrimonio importante che non deve andare perduto. Grazie a questa nuova linea di finanziamento, le pitture private recuperate potranno essere godute non solamente dal proprietario dell’immobile ma da tutta la comunità e da chi visita la nostra regione. In alcuni casi si tratta di ‘arte popolarè, un’arte che ha contraddistinto la nostra storia, poichè il Friuli Venezia Giulia è composto perlopiù da piccoli e piccolissimi paesi, puntellati da ancone devozionali e immagini sacre dipinte che l’incuria e il tempo rischiano di cancellare per sempre”. Anzil ha ricordato come non sempre sia possibile, da parte dei proprietari, procedere con attività autonome di restauro, con conseguente perdita del bene artistico-culturale, a svantaggio di tutta la collettività. “Importante – ha aggiunto -, il tramite dei Comuni: calandosi nel locale, chi governa il paese, prima di tutto lo ama, lo conosce e si attiva per valorizzarlo e
conservarlo nella sua peculiarità”. Il vice governatore si è soffermato anche su un aspetto legato al cambiamento della commissione dell’opera d’arte da parte delle famiglie con maggiori possibilità economiche: “Un tempo venivano scelte per la residenza dimore di valore già riconosciuto come ville e castelli, arricchiti costantemente nei loro arredi e nelle loro pitture. Oggi il trend è cambiato con la scelta di altre tipologie edilizie, più moderne, per la propria residenza. Tra le conseguenze di questa mutazione dei costumi c’è anche il rischio del decadimento, nel tempo, di palazzi, abitazioni e manieri che fanno parte della nostra storia e del nostro ricchissimo patrimonio culturale” ha fatto notare Anzil.

foto: ufficio stampa regione Friuli Venezia Giulia

(ITALPRESS).

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