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CAGLIARI (ITALPRESS) – Un flusso continuo di migliaia di persone, incolonnate in una fila lunghissima e composta, per dare l’ultimo saluto al Mito. E’ l’omaggio che Cagliari e tutta la Sardegna ha dato quest’oggi a Gigi Riva, all’indomani della sua scomparsa a 79 anni dopo un breve ricovero a seguito di un malore, con la camera ardente allestita all’Unipol Domus nella sala dove – in occasione delle partite – le squadre si posizionano prima di entrare in campo. Fin da prima delle 14, orario in cui sono stati aperti i cancelli dello stadio, diverse persone erano già presenti all’esterno dell’impianto in attesa di poter entrare e rendere omaggio a uno dei campioni più amati non solo dal pubblico sardo, come testimoniano gli innumerevoli messaggi di affetto provenienti da tutto il mondo. Da un lato, all’interno della camera ardente, la famiglia di Riva, mentre sull’altro si sono fermati diversi suoi ex compagni, in testa Beppe Tomasini ossia uno dei componenti della storica squadra dello scudetto. Ma non solo lui: anche Renato Copparoni, Ricciotti Greatti, Roberto Quagliozzi, Gigi Piras, Adriano Reginato ed ex giocatori come Pino Bellini, Gianluca Festa e Gianfranco Matteoli, e tanti altri sono attesi nelle prossime ore.
Più il Cagliari di oggi, da Claudio Ranieri a giocatori e dirigenti, che si sono presentati all’apertura, così come il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu. “Riva ha unito questa terra e questo popolo già prima dello scudetto: mi piacerebbe che ci continuasse a unire la squadra, la società civile e in tutti i campi della vita”, il ricordo commosso del presidente Tommaso Giulini. “Abbiamo sempre percepito l’amore che la Sardegna prova per Gigi, oggi è l’ennesima dimostrazione di quanto ha fatto per quest’isola e di quanto i sardi siano riconoscenti a lui”, le parole del capitano Leonardo Pavoletti, che in rappresentanza della squadra ha deposto un mazzo di fiori accanto al feretro. Assieme a loro migliaia di persone di tutte le età, dai più piccoli che hanno potuto conoscere il mito di Rombo di Tuono fino a chi lo aveva visto nel vecchio Stadio Amsicora, con la maglia rossoblù (o bianca, come quella indossata per lo scudetto), protagonista di gesta tuttora mai raggiunte da altri calciatori. Un simbolo della Sardegna, lui che non era sardo e che all’inizio non voleva nemmeno trasferirsi a Cagliari, ma che una volta arrivato non se n’è andato più rimanendo per sempre in quella che è diventata la sua terra. E che oggi lo salutano con tante lacrime e sentita commozione, come se fosse scomparso un parente stretto. “Indelebile scelta di vita… grazie Gigi!”, lo striscione esposto all’esterno dello stadio a metà pomeriggio dagli Sconvolts, i tifosi organizzati del Cagliari. Domani, nel secondo giorno di lutto cittadino e regionale, la camera ardente sarà aperta dalle 7 alle 13, poi alle 16 i funerali solenni nella basilica di Nostra Signora di Bonaria, con la messa che sarà tenuta dall’arcivescovo di Cagliari monsignor Giuseppe Baturi. E anche lì sono attese migliaia di persone, oltre alle massime istituzioni dello sport, per rendere omaggio a un mito indiscusso non solo per gli appassionati di calcio e sport.
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(ITALPRESS).

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