Di Antonio Ricotta
BERLINO (GERMANIA) (ITALPRESS) â Auf Wiedersehen campioni in carica. Lâarrivederci arriva allâOlympiastadion, dove tutta unâaltra Italia salĂŹ sul tetto del mondo colorando dâazzurro il cielo di Berlino. Questa volta, invece, lo stadio della capitale tedesca è il teatro dellâaddio a una delle Nazionali piĂš brutte degli ultimi tempi, anche piĂš di quella che contro gli elvetici non andò oltre a due pareggi che le sbarrarono la strada per Qatar2022. La Svizzera vince 2-0, con merito, senza mai temere di non potercela fare, proprio perchè lâItalia non dĂ mai lâimpressione di esserci. ChissĂ i troppi cambiamenti probabilmente non giovano, lâidentitĂ di squadra (elvetica) evidentemente paga. SĂŹ perchè Spalletti cambia ancora: 4-2-3-1 nelle prime due gare, 3-5-2 nella terza, 4-3-3 agli ottavi. Debutta Mancini che affianca Bastoni e prende il posto di Calafiori, mentre a coprire la sinistra câè Darmian e non Dimarco. Câè un altro esordio dal primo minuto ed è quello di El Shaarawy, esterno sinistro offensivo, ma che al bisogno va a coprire lâintera fascia quando il gioco âfluidò tanto amato dal ct, ridisegna lâItalia in un 3-5-2. Dallâaltra parte câè Chiesa che, a differenza del Faraone, si occupa solo della fase offensiva per dar man forte a Scamacca.
Due novitĂ anche a centrocampo con Cristante e Fagioli nellâ11 iniziale e a creare un nuovo triangolo mediano con Barella. Fuori Jorginho, Frattesi e Pellegrini. Dallâaltra parte Yakin sceglie il 3-4-2-1 e punta sugli âitalianĂŹ Sommer, Rodriguez, Aebischer, Freuler e Ndoye. Il turco indovina, Luciano da Certaldo no. Lo dice la partita e lo dice sin da subito. La Svizzera è padrona del campo e del palleggio, Spalletti alla vigilia chiedeva unâItalia sciola e con personalitĂ , la trova molle e timida, tanto da trasformare gli elvetici in âfurie rosseâ. I buchi in difesa cominciano a contarsi sin da subito, sul centro-destra ci sono voragini: Di Lorenzo e Mancini sono in balia degli avversari, Xhaka e Freuler lo capiscono e lĂŹ insistono. Câè anche Cristante da quelle parti, ma se doveva dare soliditĂ il piano è fallito. Fagioli si sforza di ragionare, è lâunico che lo fa, ma senza inventare chissĂ cosa. Il dominio della Nati non è testimoniato dalle occasioni: poche e qui câè la differenza con la Spagna che invece in porta andava sempre. Al 24° però, Mancini sparisce e Donnarumma è miracoloso su Embolo. La risposta azzurra è in una serprentina di Chiesa, ma Sommer può continuare a sonnecchiare. Il capitano azzurro, invece, capitola al 37°: ancora un buco, Bastoni fuori posizione, Fagioli non chiude su Freuler che di sinistro sigla il meritatissimo 1-0. E se si va al riposo sotto di un solo gol è perchè il palo aiuta Donnarumma sulla punizione di Rieder.
Primo tempo da dimenticare, câè ancora la ripresa, sulla carta sperare si può. Spalletti inserisce Zaccagni per El Shaarawy, ma dopo 30 secondi arriva il raddoppio con un bel destro a girare di Vargas: 2-0, giusto cosĂŹ. Câè un auto-palo di Schar sul cross di Fagioli con Sommer spiazzato e immobile. Potrebbe essere la micciaâŚneanche a parlarne, non si accende nessun fuoco. Entra Retegui per Barella per un disperato 4-2-4 che partorisce un tiro (il primo azzurro) dellâitalo-argentino al 28° e, un minuto dopo, il palo di Scamacca a 4-5 metri dalla porta e in sospetta posizione di offside sullâassist di Zaccagni. Finisce 2-0, Svizzera meritatamente ai quarti, campioni dâEuropa meritatamente e malamente a casa.
(ITALPRESS).
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