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LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – La ONG Sea-Watch International ha pubblicato un video della guardia costiera libica che riporta circa 60 migranti in “condizioni orribili” in Libia.
La ONG ha confermato che l’incidente è avvenuto martedì scorso mentre una barca piena di migranti stava affondando. Ha inoltre accusato il capitano e l’equipaggio della nave di essere complici e responsabili “di questo crimine”.
Nel video si sente il capitano della nave dire a Sea-Watch International che rischia di essere arrestato insieme al suo equipaggio, se ignora gli ordini impartiti dalla guardia costiera libica, e che quindi dovrebbe riprendere con la consegna dei migranti salvati. Il video mostra anche i migranti picchiati dalla guardia costiera libica con mazze di legno durante il trasferimento sulla nave della guardia costiera libica recentemente donata dal governo italiano.
Sea-Watch International ha avvertito il capitano che la Libia non è considerata un luogo sicuro.
Nel frattempo, nel fine settimana del 7-8 giugno, almeno 17 corpi sono stati avvistati galleggiare in mare. Dodici di loro sono stati recuperati dalle navi civili di ricerca e salvataggio Geo Barents e Ocean Viking. Tali morti indicano che c’è stato un naufragio in cui non è chiaro il numero di vittime.
I corpi sono stati scoperti durante un volo di monitoraggio della Sea-Watch. “Abbiamo individuato corpi che sono ancora in mare”, ha detto Tamino Bòhm, che faceva parte della squadra di monitoraggio che ha scoperto i morti. “Queste morti non sono state un incidente imprevedibile, ma il risultato di decisioni politiche calcolate da parte dell’Unione Europea: ecco come si presenta la politica europea delle frontiere”. Il fatto che i corpi siano rimasti nascosti per più di una settimana dimostra ancora una volta quanto sia necessario il monitoraggio civile nel Mediterraneo. Tuttavia, il monitoraggio dei diritti umani nel Mediterraneo è a rischio: l’ENAC, l’autorità aeronautica italiana, sta attualmente cercando di vietare i voli di monitoraggio di Sea-Watch. “Se questo tentativo avrà successo, non ci saranno più testimoni di tali morti”, ha detto Bòhm.
Sono state le organizzazioni civili MSF e SOS MEDITERRANEE a recuperare i corpi dal mare.
“Se non fosse stato per le navi e gli aerei civili di ricerca e salvataggio, questa recente tragedia sarebbe stata probabilmente uno dei tanti naufragi invisibili nel Mediterraneo. Sappiamo che in mare sono stati avvistati altri corpi che non siamo riusciti a recuperare. Non sapremo mai la loro identità, nè quante persone sono morte in questo naufragio”, ha affermato Soazic Dupuy, Direttore delle Operazioni di SOS MEDITERRANEE. “La ricerca e il salvataggio umanitario colmano un punto cieco mortale nel Mediterraneo: l’ostruzione e la criminalizzazione del nostro lavoro vitale devono finire”.
“Abbiamo ricevuto richieste di famiglie che denunciavano di aver perso i contatti con i propri cari che avevano preso il mare. Chiediamo alle autorità italiane di attivare immediatamente e applicare i meccanismi forensi adeguati per acquisire e documentare i profili del DNA delle persone che hanno perso la vita”, ha affermato Juan Matias Gil, rappresentante di MSF Ricerca e Soccorso. “La corretta identificazione delle vittime è nostro dovere per aiutare le famiglie ad avere risposte sulla scomparsa dei loro cari”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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