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PALERMO (ITALPRESS) – Riprese stamane le ricerche, è stato individuato il corpo dell’ultima dispersa del naufragio del superyacht Bayesian, affondato al largo di Porticello, nel Palermitano, nella notte tra domenica e lunedì. Si tratta di Hannah Lynch, la figlia diciottenne del magnate britannico, Mike Lynch, il cui corpo era stato recuperato ieri.
Il corpo della ragazza è stato avvistato dai sub dei Vigili del Fuoco, che da lunedì mattina lavorano incessantemente sul fondale, a 50 metri di profondità. Adesso si procederà al recupero ed al trasferimento a terra.

Complessivamente sono stati recuperati sei corpi, tra cui quello del cuoco di bordo Ricardo Thomas, il primo ad essere ritrovato lunedì. Poi, uno dopo l’altro gli speleosub dei Vigili del fuoco hanno recuperato altri cinque corpi, ritrovati fuori dalle cabine, in una zona della nave che si è allagata per ultima poco prima di inabissarsi. Segno dello strenuo tentativo di cercare una via di fuga dal veliero. Adesso il ritrovamento del corpo dell’ultima dispersa.

Ieri, Il capo del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, Carlo Dall’Oppio, è giunto a Porticello, accompagnato dal direttore per l’Emergenza Marco Ghimenti, per incontrare e ringraziare il personale “per il grande lavoro che sta svolgendo nelle operazioni di ricerca e recupero dei dispersi, a seguito del naufragio dello yacht Bayesian”. Insieme a loro il prefetto di Palermo, Massimo Mariani.

Intanto, proseguono le indagini. La procura di Termini Imerese ha aperto un fascicolo per naufragio, disastro, omicidio plurimo e lesioni. Al vaglio degli inquirenti, tra l’altro, le azioni e le decisioni del comandante del Bayesian, il 51enne neozelandese James Cutfield e del primo ufficiale Matthew Griffith, 22 anni francese.
In attesa delle operazione di recupero del Bayesian, per esaminare l’imbarcazione e la scatola nera dalle quali si attendono elementi decisivi, l’attenzione di investigatori e inquirenti si concentra sulle cause del naufragio. Si fa sempre più strada l’ipotesi di una catena di errori alla base del naufragio: dalla deriva mobile, parzialmente alzata, che potrebbe avere avuto un ruolo determinante nella minore stabilità dello scafo, ad alcuni portelloni aperti, che avrebbero imbarcato una grande massa d’acqua in poco tempo favorendo il rapido inabissamento del veliero ai motori spenti e al mancato funzionamento del sistema che in questi casi dovrebbe sigillare i boccaporti e gli accessi all’interno.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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