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ROMA (ITALPRESS) – Nel 2023 lo scenario energetico nazionale è stato caratterizzato da un forte calo delle emissioni di anidride carbonica (-8%) e da una nuova riduzione dei consumi di energia primaria (-2,5%), leggermente inferiore a quella dell’Eurozona (-3%). Il petrolio è tornato a essere ampiamente la prima fonte energetica con il 35% del totale ma, nell’insieme, la quota di domanda coperta dalle fonti fossili – petrolio, gas e carbone – ha segnato il minimo degli ultimi 50 anni (71%).
E’ quanto emerge dall’analisi del sistema energetico italiano dell’Enea, che evidenzia anche un nuovo massimo storico per eolico e fotovoltaico, che sono arrivati a coprire il 17,5% della domanda su base annua, grazie alla crescita della capacità installata. La diminuzione delle emissioni di CO2 (-8%) è imputabile al minor utilizzo di fonti fossili: oltre i tre quarti del calo si è registrato nei settori ETS (generazione elettrica e industria energivora), le cui emissioni sono stimate in calo del 16%, il resto è riconducibile alla contrazione dei consumi di gas nel settore civile (non-ETS), le cui emissioni sono stimate in calo del 3%. Più nel dettaglio, il 70% della riduzione delle emissioni riguarda il settore elettrico, in gran parte per fenomeni congiunturali come il riaggiustamento del mix delle fonti dopo le tensioni del 2022 sui mercati dell’energia.
In questo scenario la transizione del sistema energetico ritrova il passo verso la decarbonizzazione, misurata dall’Enea attraverso l’indice Ispred che misura l’andamento della transizione energetica, che registra nel 2023 un miglioramento significativo (+25%) rispetto al 2022, quando era crollato al minimo della serie storica (dal 2008), penalizzato dall’aumento delle emissioni e dai prezzi record dell’energia. Il valore complessivo dell’indicatore sintetico della decarbonizzazione risulta nel 2023 pressochè doppio rispetto a un anno prima, mentre la singola componente prezzi evidenzia un miglioramento del 20%. Sul fronte dei prezzi all’ingrosso, nonostante i cali registrati, nel 2023 i prezzi medi di gas ed elettricità sono rimasti su livelli storicamente elevati, tali da continuare a esercitare una pressione sul contenimento della domanda.
Nel quarto trimestre 2023 il prezzo del gas al punto di scambio virtuale è stato di oltre 40 euro/MWh, quasi due volte le medie di lungo periodo pre-crisi 2022, il prezzo dell’energia elettrica sulla Borsa Elettrica italiana è stato pari a 124 euro/MWh, oltre due volte le medie pre-crisi. Dall’analisi emerge anche una forte espansione (+25%) a livello globale della spesa pubblica in ricerca energetica nel periodo 2019-22, concentrata in particolare sulle tecnologie “abilitanti”, con una sensibile crescita della spesa in efficienza energetica (quasi un quarto della spesa pubblica totale in ricerca energetica), ma con un rallentamento della spesa relativa alle rinnovabili. Tuttavia, questo incremento non si rileva in Italia dove la crescita della spesa pubblica in ricerca energetica risulta inferiore (+0,6%) con aumenti circoscritti ai settori dell’idrogeno (+160% circa) e del nucleare (+40% circa). Particolarmente critico appare l’arretramento della spesa in ricerca nel settore dell’efficienza energetica (-12%).
(ITALPRESS).
– Foto: Agenzia Fotograma –

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