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ROMA (ITALPRESS) – L’acqua è un bene prezioso e non va sprecato: a livello globale la carenza idrica riguarda già 1 miliardo di persone, che saliranno a 1,7-2,4 miliardi nel giro di 30 anni.
Per sensibilizzare l’attenzione sulla crisi idrica mondiale – siamo infatti decisamente lontani dall’obiettivo 6 per lo Sviluppo Sostenibile, ovvero acqua e sanità per tutti entro il 2030 – la Treccani ha realizzato, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, un libro unico nel suo genere: La Promessa della Madre – Dall’Appennino al Mediterraneo, viaggio tra i paesaggi e le opere dell’Acquedotto Pugliese, fotografie e diario di viaggio dello scrittore e fotografo Carlos Solito. L’opera è stata presentata a Roma nella sede di Treccani.
Un viaggio affascinante, attraverso i luoghi dell’Acquedotto Pugliese (AQP) e gli oltre 33mila chilometri della sua rete, che serve più di 4 milioni di persone; un racconto che svela il prezioso tesoro d’acqua dalle sue lontane sorgenti in Irpinia fino a raggiungere capillarmente ogni angolo della siccitosa Puglia.
Con l’avvio lavori nel 1906, quella dell’Acquedotto Pugliese è un’opera ingegneristica dal valore storico inestimabile, che percorre i luoghi più suggestivi di più di una regione e dove in Puglia è divenuta sinonimo stesso di acqua e, quindi, di vita.
Le fotografie e i testi di Carlos Solito guidano il lettore alla scoperta delle più iconiche e importanti bellezze naturali e opere d’ingegneria idraulica dell’Acquedotto Pugliese, dalle sorgenti Sanità e del Basso Calore a Caposele e Cassano Irpino. Dal cuore dei monti dell’Irpinia, in pieno Appennino Campano, tra vette calcaree, altipiani carsici e boschi millenari, la possente opera ingegneristica punta a est, verso Bari e il Mediterraneo, percorrendo una varietà di luoghi suggestivi tra Campania, Basilicata e – soprattutto – Puglia. Un viaggio dal sapore biblico durato mesi che già dai primi passi è una vera e propria esplorazione, cominciando dalle pance dei monti Picentini tra voragini e grotte attraversate da fiumi sotterranei (le vere e proprie fabbriche degli acquiferi carsici). Successivamente il tracciato – ideato e realizzato dallo scrittore e fotografo pugliese – sale e scende per montagne, si addentra in valli teutoniche, si perde in selve ombrose nelle quali sprofondano antri oracolari e caverne decorate da stalattiti e stalagmiti, per poi ritrovare il percorso giusto tra borghi medievali, turriti manieri federiciani, fiumi e cascate schiumose, soleggiate distese di grano, candidi centri storici tinti con latte di calce, fino a Santa Maria di Leuca dove l’acqua madre “partorita dall’Appennino” si ricongiunge al Mediterraneo.
Un itinerario arcano e commosso continuamente punteggiato da monumentali ponti canale (ma anche gallerie, trincee, sifoni, impianti di sollevamento, invasi, torrini piezometrici, le immancabili fontanine in ghisa, i palazzi d’ispirazione romanica) e modernissimi impianti che evocano metafore arturiane, leggendarie intuizioni, nobile ingegno, tenaci intenzioni, grazie alle quali, oltre un secolo fa, è stata sconfitta la sete in Puglia.
L’Acquedotto Pugliese rappresenta oggi un esempio virtuoso di tutela e sviluppo della risorsa idrica a beneficio delle comunità, attraverso una rete a sei diversi schemi interconnessi, che rimane un unicum per complessità nel panorama nazionale ed europeo. L’impegno di AQP si rinnova ogni giorno, grazie a costanti interventi innovativi di efficientamento dell’infrastruttura, che hanno permesso di tutelare l’acqua, limitare i consumi energetici e preservare l’ecosistema; alla mappatura costante dei rischi climatici; a un piano di investimenti pluriennali. Perché oggi l’Acquedotto Pugliese è impegnato su più fronti, dalla salvaguardia della risorsa attraverso ampi programmi di riuso e recupero all’individuazione di nuova acqua per il futuro, dalla transizione ecologica a quella digitale.
“La Promessa della Madre – ha dichiarato Massimo Bray, direttore generale della Treccani – non è soltanto un’opera d’arte ma anche una testimonianza del valore sociale della nostra missione: valorizzare i tesori più preziosi dell’Italia e sensibilizzare l’opinione pubblica sui grandi problemi del mondo contemporaneo, come la scarsità dell’acqua”.
Secondo Domenico Laforgia, presidente di Acquedotto Pugliese, “con immagini spettacolari e maestria narrativa, Carlos Solito guida il lettore attraverso un percorso in cui l’acqua emerge come simbolo tangibile di storia e di un patrimonio ingegneristico unico. Un’opera storicamente votata alla tutela dell’ambiente ma anche alla cultura economica e sociale di un luogo. Questo libro illustra e rivela il legame profondo tra l’acqua, la terra e gli abitanti della Puglia e rende onore alle persone che da oltre un secolo si prendono cura dell’Acquedotto Pugliese. Grazie a Treccani per il magistrale lavoro editoriale”.
Il viaggio de La Promessa della Madre racconta una storia che, con l’arrivo dell’acqua, ha dato il via al riscatto della Puglia. “L’ultimo secolo di storia di questa terra – ha commentato Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, che di AQP è azionista unico – è intrinsecamente legato all’Acquedotto Pugliese. L’arrivo dell’acqua ha prima liberato la nostra gente da sete e malattie e poi generato sviluppo, fino a portarci a essere un modello per il Paese e il Mediterraneo.
Acquedotto Pugliese oggi è servizio di qualità, tutela dell’ambiente e persino turismo. Basta pensare alla Ciclovia dell’acqua. E quello che ci rende più orgogliosi è che tutto questo è un patrimonio di tutti i pugliesi, la dimostrazione che il pubblico può e deve funzionare”.
“Questo libro è il risultato di numerosi incontri, riflessioni, sogni che non sono mai abbastanza. È iniziato quando da bambino presi a chiedermi da dove venisse l’acqua della fontanella di ghisa del Quartiere delle Ceramiche a Grottaglie ed è proseguito quando, tre anni fa, ho deciso di compiere fisicamente il viaggio dell’acqua attraverso le opere dell’Acquedotto Pugliese”, ha dichiarato l’autore Carlos Solito. “Dall’Appennino al Mediterraneo, dalle sorgenti del Sele – in Irpinia – a Santa Maria di Leuca, mi sono fatto testimone di un verbo primordiale, colmo di riflessivi silenzi
che contemplano antichi segreti e comuni verità, quelle dell’acqua, la Madre delle madri”.
-foto ufficio stampa Treccani-
(ITALPRESS).

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