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PALERMO (ITALPRESS) – “La laurea honoris causa viene attribuita a personalità che si sono distinte nel mondo della cultura e e della ricerca. E nel caso di Cuticchio, abbiamo due elementi fondamentali: innanzitutto il mantenimento culturale del Teatro dei pupi ma anche la narrazione, il mantenimento del ‘cuntù siciliano che fa parte della nostra tradizione e che rappresenta evidentemente un elemento di grande importanza”. Così il rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Massimo Midiri, ha spiegato le motivazioni che hanno spinto l’Ateneo a conferire la Laurea Magistrale honoris causa in “Italianistica” a Mimmo Cuticchio, prezioso e riconosciuto testimone, protagonista e divulgatore di una importante pratica di teatro popolare, ossia l’Opera dei Pupi. “Cuticchio – ha aggiunto il Rettore – non solo ha riscoperto e mantenuto le origini della nostra cultura siciliana ma le ha trasformate in una rappresentazione dei pupi che, non solo diverte i bambini, ma che in realtà fa raccontare ai pupi vicende che andrebbero altrimenti perse. Per questo noi abbiamo voluto con questa laurea dare una testimonianza di grande attenzione a una espressione culturale che qui in Sicilia è di grandissimo impatto e poi riconoscere all’uomo la capacità di avere creato, con la sua famiglia, una manifestazione di grandissima interesse che deve essere di esempio per i più giovani”.
Mimmo Cuticchio nasce nel 1948, quando il padre Giacomo, puparo ‘camminantè (girovago) si stabilisce a Gela. La sua biografia è segnata da esperienze importanti e da incontri come quello con Salvo Licata che lo sosterrà nella sua ostinata ricerca di una interpretazione ‘contemporaneà dell’Opera dei Pupi e di un suo sdoganamento verso un pubblico colto e nazionale.
“Un riconoscimento è sempre qualcosa di importante, perchè ti rendi conto che qualcuno ti ha pensato. Perchè dopo quasi 76 anni di teatro, di girare la Sicilia, l’Italia e il mondo, i riconoscimenti ti arrivano da tutte le parti, soprattutto verbali, il pubblico stesso che ti incoraggia a continuare. Quella che sembra una tradizione ferma nel tempo, in realtà è una tradizione in viaggio, per questo ho voluto dare questo titolo alla mia lectio magistralis (Tradizione in viaggio). Perchè io non credo a una tradizione ferma, quelli sono i siti archeologici. Nel mio caso se i pupi rimangano appesi non è più un teatro vivo”, ha sottolineato Cuticchio ha anche raccontato un simpatico aneddoto che lo lega a Papa Francesco: “Qualche anno fa sono andato a trovarlo a Roma perchè dovevo andare a Roncisvalle e il Papa in vaticano mi disse ‘so che sei impegnato anche tu per la pace e che avete fatto lo spettacolo su San Francescò. E chiese cosa volessi fermare. Così risposi ‘Io non posso fermare niente, ma posso dire pace, amicizia e condividere questo messaggio”.
Infine, Cuticchio si è soffermato su come questa arte può essere attualizzata: “Dopo l’ultima guerra, l’Opera dei Pupi è sopravvissuta. Ma quando è morto mio padre, io sono stato l’unico figlio di pupari di quelle generazioni che ha voluto continuare la tradizione. Se non avessi messo su la compagnia nel 1971, oggi noi non parleremo più di pupi, potremmo solo osservarli al museo Pitrè appesi alle pareti. Ringrazio l’Università di Palermo per questo riconoscimento”.
– foto xd6 Italpress, da sinistra Massimo Midiri e Mimmo Cuticchio –
(ITALPRESS).

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