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Piante più alte nell’Artico a causa dei cambiamenti climatici. Anche UNICAM in un importante studio pubblicato sulla rivista Nature

Ancora un riconoscimento internazionale per la ricerca dell’Università di Camerino. La prestigiosa rivista “Nature”, la più importante tra le riviste scientifiche internazionali, ha pubblicato nei giorni scorsi un articolo su alcune caratteristiche delle piante del bioma della tundra, che vede tra gli autori anche il gruppo guidato dal prof. Roberto Canullo e dal dott. Giandiego Campetella dell’Università di Camerino, che da diversi anni lavora proprio sui caratteri funzionali delle piante.

La ricerca ha riguardato le relazioni a livello di bioma tra temperatura, umidità e alcuni caratteri ecofisiologici delle piante, in grado di influenzare il ciclo del carbonio e il bilancio energetico degli ecosistemi.
La complessa indagine, guidata dalla dott.ssa Isla Myers-Smith (Università di Edinburgo) e dalla dott.ssa Anne Bjorkman (Senckenberg Biodiversity and Climate Research, Francoforte), con la collaborazione di oltre 130 ricercatori di diverse nazionalità, ha messo in relazione un robusto modello spaziale (temperatura-caratteri funzionali) con i dati raccolti in tre decenni di riscaldamento climatico, in 117 località della tundra artica e alpina.

I risultati dello studio hanno rilevato che sebbene quasi tutti i caratteri funzionali indagati variano con il clima rispetto allo spazio, solo l'altezza delle piante a livello di comunità è aumentata rapidamente nell’ultimo trentennio. Gran parte del cambiamento di altezza osservato è stato imputato alla penetrazione di nuove specie piuttosto che ai mutamenti nell’abbondanza delle specie residenti. Gli altri caratteri funzionali monitorati, come l'area fogliare specifica e il contenuto di azoto fogliare, non hanno evidenziato cambiamenti significativi in quanto l'umidità del suolo ha svolto un ruolo importante nell’attenuare le loro variazioni in funzione del riscaldamento.

La tundra è un contesto particolarmente a rischio perché si sta riscaldando più rapidamente di qualsiasi altro bioma sulla Terra. Questo fenomeno può a sua volta generare ulteriori effetti dannosi sul clima, in quanto più del 50% del carbonio ipogeo è contenuto nei suoli permafrost della tundra, con attese che parlano di un massiccio rilascio di CO2 in atmosfera entro il prossimo secolo.
In un simile scenario, è di fondamentale importanza comprendere come i fattori ambientali modellano la struttura e i caratteri funzionali delle piante vascolari della tundra, così da prevedere le conseguenze dei cambiamenti climatici sulla funzionalità degli ecosistemi.

“Le pubblicazioni sulla rivista Nature – sottolinea il prof. Campetella – sono eventi piuttosto rari ed è anche per questo che siamo davvero entusiasti del lavoro svolto e del risultato ottenuto. La nostra competenza e i nostri prodotti scientifici ci hanno dato diverse soddisfazioni e hanno permesso di entrare in consorzi di ricerca molto importanti per ottenere risultati di alto prestigio come quello del presente lavoro, e di altri in via di pubblicazione. I risultati ottenuti da questo lavoro, infatti, aiuteranno a migliorare le proiezioni sulla velocità con cui gli ecosistemi della tundra risponderanno al riscaldamento, contribuendo così al feedback globale sul clima”.

Grande soddisfazione è stata espressa anche dal Rettore Unicam prof. Claudio Pettinari: “Questo successo rappresenta una conferma per la qualità e l’eccellenza della ricerca e dei ricercatori del nostro Ateneo, che attraverso le loro attività possono contribuire in maniera significativa alla salvaguardia del Pianeta e alla sostenibilità ambientale”.

 

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