Etra: tutti i “Colori” del mondo
Continua l’attività dell’Accademia Etra di Camerino. Il 24 aprile è andata in scena la prima dello spettacolo “Colori”. Grande successo per uno spettacolo preparato per mesi e che prevederà repliche in diverse località delle Marche e forse anche fuori. Una mamma e un bambino (clandestinamente) in viaggio alla ricerca del padre. Non si sa chi siano, non si sa da dove partano, né dove vadano, né quando, non sono stati fatti riferimenti culturali di alcun tipo. Una scelta voluta per non condizionare lo spettatore, chiamato a sua volta a dare un’identità a quelle due figure.
“Colori” non è un manifesto, non ha nessuna connotazione politica (anzi si è cercato di mostrare più contesti sociali, religiosi e politici possibili). “Colori” è un modo per raccontare il mondo, come la madre lo racconta al bambino, cercando di dargli ogni notte quel filo di serenità e di speranza per potersi addormentare. Un racconto che passa attraverso un unico grande filo conduttore: le storie dei premi Nobel per la Pace e della loro lotta per un mondo migliore. Qualunque sia il nostro credo religioso, la nostra condizione sociale e la nostra posizione politica, la condizione umana è ciò che ci accomuna.
Il finale è nel boato di una bomba, che interrompe un dialogo tra la madre e il bambino. Non si sa se siano morti, non si sa dove la bomba abbia colpito, non si sa se invece riprenderanno la ricerca del padre. Un finale sospeso, in fondo è l’uomo a decidere il destino dell’uomo. Gli applausi finali sono sulle note della canzone popolare “Emigrante che vieni, emigrante che vai”, come un monito alla memoria di quando i migranti eravamo noi.
Il colore come pensiero, come pelle, come profumo, il colore come contaminazione e mescolanza, il colore come individualità e pluralità, per evitare il pericolo della prevaricazione e di una grigia uniformità.