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Domenica 15 al teatro di Treia, alle 21.15, il festival MARCHESTORIE racconterà di un poeta straordinario,

per fecondità e per contenuti, ma anche autentico lettore del proprio tempo attraverso il garbo, la dolcezza, la sollecitazione, l’ironia e financo la satira, modo e modello di ammonire raccontando storie piacevoli.
“Un appuntamento doppiamente importante - sottolinea il sindaco Franco Capponi – sia per il coinvolgimento della scuola primaria, grazie all’interessamento del vice sindaco David Buschittari, della consigliera Giorgia Pioli e della dirigente Silvia Mascia Paolo, che suggella un rapporto stretto di questa amministrazione con il teatro, ma ancora interessante la celebrazione di un poeta come Affede che, nato a Treia, rappresenta la voce dialettale più significativa della nostro provincia; una voce letteraria e popolare, una mirabile fusione fra il sentimento comune e l’aspirazione al miglioramento e al superamento delle angustie del proprio ceto; una fusione che anche attraverso la trasformazione, nel secolo dei lumi, dell’Accademia Georgica, fa pensare ad una classe sociale non dominante, ma fervente”.
Il concetto centrale di questa edizione è “il dono della poesia “, forma d’arte che offre una comunicazione profonda e universale, connettendo le persone attraverso emozioni ed esperienze. Essa rappresenta una traccia di infinito, che permette di esplorare il mondo in modo più profondo, autentico e, spesso, unico. Lo scambio poetico durante il festival crea legami duraturi e arricchisce sia chi riceve sia chi offre, alimentando una connessione tra le persone e i luoghi.
La compagnia teatrale Fabiano Valenti organizzerà un laboratorio ed uno spettacolo con i propri attori, in stretta sinergia con l’amministrazione comunale e l’Accademia Georgica, con la direzione e la regia di Francesco Facciolli cui si deve l’ideazione delle due giornate.
Treia: due giornate a Treia con le poesie di Mario Affede, nato a Treia. Un laboratorio il sabato ed uno spettacolo la domenica.
LEGGO, ASCOLTO E CREO Laboratorio creativo, sabato 14, mattino e pomeriggio, (6/12 anni), in collaborazione con la dirigenza dell’I.C. Paladini.
Sarà un laboratorio di lettura e ascolto creativo (degli attori della compagnia che leggeranno le favole di Affede sugli animali e racconteranno le esperienze personali) sulle poesie e sulle storie dialettali (aperto ai bambini della scuola primaria) che eseguiranno, dopo, i racconti, i disegni e le immagini che saranno frutto della loro partecipazione e della loro emozione.

Domenica 15, alle ore 21.15, al teatro comunale:
TI RACCONTO UNA POESIA
Immagini e parole diventano spettacolo
Le Làude e le birbonate di Mario Affede; viaggio poetico popolare di metà Novecento; tramandare parole, storie e sapienze per tenere viva la cultura dei Borghi.
Sarà uno spettacolo di lettura poetica, con proiezioni dei lavori eseguiti dai bambini nella giornata di sabato.
Breve introduzione e presentazione di Mario Affede a cura di Agostino Regnicoli, dopo i saluti istituzionali del sindaco Franco Capponi e della presidente dell’Accademia Georgica Cinzia Cecchini. Quindi, basandosi anche sui disegni e lavori effettuati nel pomeriggio di sabato dai ragazzi, letture di poesie di Affede da parte dei bambini e ragazzi che hanno partecipato al laboratorio; altre letture di poesie più significative e conosciute di Affede e conclusione con Le Litanie (Le làude). Il tutto alternato dall’organetto di Serena Canala.
Il lavoro vuole evidenziare alcuni fattori essenziali: la forza della poesia propria della letteratura dialettale, troppo spesso relegata al ruolo di produzione inferiore messa a confronto con le favole di Esopo e La Fontaine, alle quali si ispira pure Affede; sarà un confronto da cui il dialetto non uscirà sconfitto.
Lo sguardo attento, chirurgico di Affede che, scherzando e talora ridendo, mette a nudo pregi, difetti e caratteristiche di una popolazione e di un periodo storico che ancora oggi si ritrovano; inoltre l’eroicità e la resilienza di una classe popolare non sempre fortunata, spesso angheriata, sovente in contraddizione, che sa trovare nell’ironia, nello humour e nella fede la forza della resilienza e della sopravvivenza.

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