GENOVA (ITALPRESS) – “La Liguria, che per molti decenni è stata una regione piuttosto sonnacchiosa, oggi guida la classifica di quasi tutti i principali indicatori economici. Siamo la seconda regione d’Italia per crescita del reddito pro capite, la quarta per crescita del Pil, tra le prime cinque per crescita dell’occupazione, la seconda per le crociere, la principale per traffici portuali col 35% del Paese”. Così il presidente Giovanni Toti commenta gli ultimi dati elaborati da The European House – Ambrosetti, presentati oggi durante la prima sessione del 2024 a Genova in vista del forum che si terrà a luglio. “I dati dell’osservatorio Liguria 2030 mettono in mostra una realtà del tessuto economico regionale molto positiva – spiega Valerio De Molli, managing partner e Ceo di The European House – Ambrosetti -. L’andamento del Pil è a tassi di crescita superiori alla media nazionale e tra i primi d’Italia, l’export del sistema regione ha passato i 10 miliardi per la prima volta nella storia e anche i dati congiunturali più recenti mostrano una dinamica tre volte meglio della media del Paese. Anche l’occupazione, sia maschile sia femminile, restano su posizioni di crescita superiori alla media nazionale”.
In particolare il tasso di crescita del reddito pro capite in Liguria nel 2021 è stato del 4,9%, superato solo dalla Lombardia (5,1%) e maggiore della media nazionale (4,5%). La crescita del Pil nel 2022 si è attestata al 5,1% contro una media italiana del 3,7% e anche per il 2023 si stima una crescita superiore a quella nazionale (0,9% contro 0,7%). “Il meglio deve ancora venire – sottolinea Toti – perchè le opere infrastrutturali in corso, che ci pongono ben al di sopra delle altre regioni per investimenti del Pnrr, del Pnc e del Fsc, faranno sì che anche quei limiti strutturali vengano superati. Quindi una regione che cresce tanto, senza lasciare nessuno indietro”.
Proprio le infrastrutture però si confermano il tallone d’Achille della regione. The European House – Ambrosetti stima che, senza i ritardi accumulati da molte opere in via di realizzazione, l’impatto degli investimenti sul Pil (passato da 49,8 miliardi a 56,6 miliardi dopo il Covid) sarebbe stato superiore di 2,3 miliardi di euro calcolati al 2030. Questi ritardi non sono solo causati da incapacità locali ma anche dal rapporto centro-periferie e da una pluralità di attori – puntualizza De Molli -. Ma, come dico sempre per chi esprime critiche sul Pnrr, dobbiamo guardare il lato positivo. Il Pnrr è il doppio del piano Marshall sulla dimensione economica dell’epoca. Se anche riusciamo a mettere a terra l’80% di tutto il piano facciamo una cosa senza precedenti”.
Gli altri punti deboli? “La parte di struttura demografica e anagrafica resta una croce. Bisogna stimolare di più l’attrattività per giovani famiglie”, osserva De Molli. Peggiorano gli indicatori su popolazione giovane, percentuale di laureati, start-up innovative, speranza di vita, bambini iscritti al nido. Le persone a rischio povertà sono il 17,8% della popolazione, in crescita di 1,5 punti percentuali (0,1 punti a livello nazionale). La Liguria risulta inoltre l’ultima regione italiana per produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (in ulteriore diminuzione) e perde terreno anche sul conferimento dei rifiuti in discarica.
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