MILANO (ITALPRESS) â Nel 2024 lâeconomia lombarda ha continuato a crescere, seppure in misura contenuta. Il Pil regionale è cresciuto dello 0,4%, in linea con lâandamento nazionale. Lo rileva la Banca dâItalia in un rapporto sullâeconomia lombarda. Eâ invece proseguito il calo delle esportazioni, soprattutto verso i paesi dellâarea dellâeuro e gli Stati Uniti. Lâindicatore coincidente Regiocoin Lombardia segnala che la debolezza che ha caratterizzato il 2023 e la prima parte del 2024 è proseguita anche nel terzo trimestre dellâanno. La crescita si è mantenuta sostenuta nel settore dei servizi, soprattutto in quei comparti che hanno beneficiato dellâaumento dei flussi turistici. Nellâindustria, la produzione è diminuita, risentendo della debolezza della domanda sia interna sia estera: lâindagine periodica della Banca dâItalia ha rilevato un calo del fatturato nei primi nove mesi dellâanno e le imprese prevedono per i prossimi sei mesi una stabilizzazione delle vendite. Risulta confermata la diminuzione della spesa per investimenti nel 2024 e il calo si estenderebbe al 2025. Inoltre, lâattivitĂ produttiva del settore delle costruzioni ha rallentato; il ridimensionamento degli incentivi fiscali per lâincremento dellâefficienza energetica è stato in parte controbilanciato dalla ripresa delle opere pubbliche sostenute dallâavvio dei cantieri del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). I profitti delle imprese lombarde si sono mantenuti elevati e la quasi totalitĂ delle aziende ha valutato le proprie disponibilitĂ liquide sufficienti per fronteggiare le necessitĂ operative e il rimborso delle rate dei finanziamenti.
La domanda di prestiti si è ridotta; dopo circa quattro anni di sostanziale stabilitĂ , il rallentamento ciclico ha determinato una ripresa dei tassi di insolvenza sui debiti delle imprese. Nel corso dellâanno lâinflazione al consumo in regione è rimasta prossima allâ1 per cento; la dinamica ha rispecchiato la diminuzione dei costi delle utenze, a fronte di un moderato aumento dei prezzi dei servizi e una stabilizzazione di quelli dei prodotti alimentari. Lâoccupazione ha continuato a crescere, ma hanno cominciato a manifestarsi segnali di cambiamento delle condizioni del mercato del lavoro. Sono diminuite le ore lavorate nellâindustria ed è aumentata la cassa integrazione guadagni. Il reddito delle famiglie ha ripreso a salire, beneficiando anche dellâaumento delle retribuzioni legate ai rinnovi contrattuali. Lâandamento recente ha però solo compensato la perdita di potere dâacquisto subita nel biennio precedente e i consumi hanno ristagnato. Le famiglie hanno ridotto i depositi bancari e riallocato i risparmi finanziari verso altre forme dâinvestimento, quali titoli di Stato e obbligazioni. I prestiti alle famiglie sono tornati a crescere, seppure in misura moderata, sostenuti principalmente dal credito al consumo. Lâincremento dei mutui per lâacquisto di abitazioni è stato invece contenuto e limitato al secondo trimestre, riflettendo la debolezza delle compravendite nel mercato residenziale.
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