CITTÀ DEL MESSICO (MESSICO) (ITALPRESS) – “Una sessione molto importante per noi, con un programma molto intenso, sia perché dovevamo raccogliere tutte le possibili indicazioni per il prosieguo del weekend sia, soprattutto, perché l’in-competition test rappresenta l’ultima opportunità di finalizzare le scelte delle mescole – perlomeno per quelle più morbide della gamma – in vista del 2025. Sicuramente le tre interruzioni – 44 minuti persi sui 150 teoricamente disponibili – non hanno reso la vita facile né a noi né, tantomeno, ai team cui va comunque il ringraziamento per la collaborazione che ci hanno dato in questo test”. Così Simone Berra, Chief Engineer di Pirelli, commenta il sabato del Gp del Messico. “Per quanto riguarda il fine settimana di Città del Messico non abbiamo avuto molte sorprese rispetto alle previsioni – ha aggiunto Berra – Innanzitutto, va detto che nella prima sessione non abbiamo praticamente avuto graining. È vero che non sono stati effettuati dei run molto lunghi ma su un tracciato che in passato ha avuto proprio nel graining un protagonista assoluto è già un inizio positivo. La pista è apparsa subito molto veloce, con tempi sensibilmente inferiori rispetto allo scorso anno pur in presenza di condizioni di temperatura molto simili”. “L’evoluzione delle prestazioni è stata significativa, accompagnata in FP2 anche dal calo importante delle temperature man mano che il sole scivolava verso il tramonto. Per quanto riguarda l’in-competition test, è chiaro che i tantissimi dati raccolti – non capita spesso di avere venti macchine che girano in condizioni uguali con diverse opzioni da confrontare simultaneamente – necessitano di un’accurata analisi ma alcune primissime indicazioni sono comunque emerse. Innanzitutto, possiamo dire che le nuove mescole hanno dimostrato in generale una migliore resistenza meccanica rispetto a quelle attuali, il che dovrebbe ridurre la possibilità di formazione del graining. Scendendo più nei particolari, abbiamo visto delle opzioni della C4 piuttosto promettenti e migliorative, sia in termini di prestazione che di degrado. Per quanto riguarda la C5 ci sono delle soluzioni che sembrano consentire un degrado più contenuto mentre fra le C6 provate ce n’è una che sembra chiaramente migliore – ha concluso Berra – ma va studiato come poterla posizionare rispetto alla C5 nella gamma 2025”.
– Foto Ufficio Stampa Pirelli –
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