TORINO (ITALPRESS) – Alberto Cirio, 51 anni compiuti il 6 dicembre, è al Governo della Regione Piemonte dal 2019 e quest’anno, salvo colpi di scena imprevedibili, correrà anche per un secondo mandato. Albese di nascita, fieramente di Forza Italia, ha affrontato, come tutti gli italiani, cinque anni tra i più complessi della storia recente, la storia è quella con la S maiuscola. In un’intervista esclusiva con Italpress, traccia un primo bilancio e rilancia la sua sfida per essere rieletto per altri cinque anni. ” Io vengo da una terra che mi ha insegnato ad essere ottimista – afferma – Michele Ferrero è stato il più grande ottimista. Che non vuol dire essere sognatori, vuol dire essere pragmatici, coi piedi per terra, ma vedere che, se c’è un ostacolo, c’è anche sempre la forza di poterlo superare. Il vedere il bicchiere mezzo pieno. Qualcuno ironicamente dice che ad Alba noi vediamo il bicchiere mezzo pieno, perchè l’altro mezzo ce lo siamo bevuto. E’ solo una battuta, che però testimonia un modo di vedere i problemi. Quando sono diventato presidente della Regione, dopo 5 mesi è arrivato il Covid e ho incontrato per due anni della mia vita persone che mi dicevano, “non vorrei essere al tuo posto”. Ecco questo “non vorrei essere al tuo posto” mi risuonava nella testa e mi faceva capire quanto era complicato il momento”.
“Però – aggiunge – abbiamo lavorato giorno per giorno, abbiamo lavorato con determinazione. Il Covid a me ha insegnato tantissimo, come credo abbia insegnato a tutti, anche alla politica italiana e mondiale in generale. A me ha insegnato anche a ragionare in un’ottica in cui bisogna dare la priorità a quelli che sono gli obiettivi legati alla sanità, delle persone e della loro salute: ogni volta che si pensa di risparmiare tagliando sulla sanità, prima o poi ti viene presentato il conto, ed è un conto che si paga in vite umane”.
Cirio crede “nel valore del centrodestra unito. Ci credo perchè è stato, e in questi momenti mi commuovo sempre un pò perchè penso al Presidente Berlusconi e questo è il primo anno che inizio senza di lui, che ci ha insegnato che il valore del centrodestra unito è un valore fondamentale. Noi siamo diventati competitivi a livello nazionale nel governare il Paese, le Regioni e i Comuni proprio quando abbiamo imparato a stare insieme. E quindi questo è un valore irrinunciabile, è un valore che ho trovato nella mia coalizione, nella mia giunta e nella mia maggioranza. A me hanno sempre poco interessato quelle che erano le diatribe per capire chi è più forte, chi è meno forte. Quando il mio alleato è più forte sono contento, perchè sono forte anch’io. Io l’ho sempre pensata così, forse sono albese anche in questo modo di vederla: se chi corre con me, corre veloce, vuol dire che corro veloce anch’io. Per cui la prospettiva io la vedo il centrodestra starà insieme. Sta governando in un momento delicatissimo con una premier di grandissimo valore, perchè Giorgia Meloni sta dimostrando nella quotidianità delle sue azioni, di saper interpretare realmente quello che è il ruolo di guida del governo. Non di guida di una maggioranza o guida di un partito, ma guida di un Governo, ridando anche credibilità al nostro Paese, riaffermando il valore dell’Italia nelle politiche. Pensiamo dell’acciaio. C’è stato chi, voleva che da una parte noi fossimo l’Italia della manifattura, ma dall’altra parte vendeva gli indiani tutta quanta la filiera dell’acciaio del nostro Paese. Ecco, oggi si inverte la tendenza nella cessione dell’acciaio, il Paese, lo Stato e il Governo devono essere in prima linea perchè l’acciaio è strategico. Pertanto, vedo un futuro roseo, naturalmente.
Sempre però con grande impegno e determinazione, perchè la fiducia delle persone va conquistata giorno per giorno”.
In vista del secondo mandato “non voglio promettere nulla – precisa Cirio -. Io voglio impegnarmi per far accadere le cose e soprattutto parlare con i numeri accanto. Perchè di parole in politica se ne dicono troppe. Noi oggi registriamo per la prima volta dopo decenni il Pil del Piemonte, cioè la ricchezza della regione, che cresce più della media nazionale. Eravamo il fanalino di coda del Nord, non era mai successo. Oggi succede e accade per tanti motivi. E accade anche perchè la ragione ha saputo, è un concetto un pò einaudiano, accompagnare lo sviluppo sostenendo le infrastrutture, sbloccando quelle che erano bloccate, e questo ha dato maggior ricchezza e minor disoccupazione rispetto agli ultimi decenni, è ciò che ci deve far ben sperare e ci dice che la strada è quella giusta.
Naturalmente, risolvere i problemi che hanno radici in decenni precedenti, in pochi anni è difficile. Ma allora sì, conta la tendenza, e la tendenza è che noi poniamo in essere sul tema così importante della sanità. Noi chiudiamo il 2023 avendo incrementato il personale sanitario di quasi duemila unità in Piemonte. Vuol dire che, rispetto a quando sono diventato Presidente lavoravano duemila persone in meno rispetto a quelli che lavorano oggi nella sanità della nostra Regione. E molte volte mi si dice che bisognerebbe fare di più. Mi fa sorridere che a volte lo dicono quelli che hanno governato per anni prima di me, e nei 5 anni di governo del centrosinistra dal 2014 al 2019, le assunzioni erano state -400, da noi sono più duemila. Sono sufficienti? No, dobbiamo ancora fare di più, ma abbiamo invertito una tendenza”.
“I posti letto che sono stati tagliati durante il periodo precedente – aggiunge – sono 1.563, cioè quel centrosinistra che oggi molte volte punta il dito dicendo, dovete sgomberare i pronto soccorso, dovrebbe rendersi conto per sgomberare i pronto soccorso, io devo avere luoghi in cui ricoverare le persone, cioè posti letto disponibili. Durante i 5 anni dal governo del centrosinistra sono stati ridotti di 1563 unità i posti letto, dopo quattro anni noi ne abbiamo ricreati 1.381 in più. Allora il dato qual è? Che non bisogna puntare il dito, sempre per vedere di chi è la colla, ma bisogna lavorare giorno per giorno, ricordandosi che la salute dei piemontesi è un diritto e io non dormirò serenamente la notte fintanto che ci sarà un piemontese che non ha trovato e non avrà potuto trovare la propria visita, la propria prestazione ambulatoriale. Ed è il motivo per cui quest’anno metto 25 milioni in più a disposizione dell’abbattimento della lista d’attesa, perchè la salute è un diritto da garantire a tutti”.
-foto Agenzia Fotogramma-
(ITALPRESS).