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TORINO (ITALPRESS) – Il settore industriale piemontese può contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 del PNIEC evitando l’emissione di 1700 kton di CO2 all’anno con un risparmio di 830 milioni di euro annui in bolletta grazie a un investimento complessivo di 3 miliardi di euro. Lo dice lo studio “Energia, competitività e decarbonizzazione delle imprese piemontesi” di Fondazione Edison, Politecnico di Milano e Politecnico di Torino. Il settore industriale piemontese è più «energivoro» della media nazionale con quasi il 23% dei consumi finali assorbito dal segmento manifatturiero a fronte di una media nazionale del 21%. “Con questa iniziativa di divulgazione e di sensibilizzazione sul territorio, Edison intende favorire il percorso di decarbonizzazione delle imprese perchè siano protagoniste della transizione energetica. Attraverso nuove modalità di produzione e utilizzo della risorsa energetica, l’industria può dare un contributo concreto agli obiettivi di riduzione dei consumi e delle emissioni climalteranti” dichiara Nicola Monti, Amministratore Delegato di Edison.
“Obiettivi chiari e condivisi di riduzione delle emissioni ed efficientamento energetico rappresentano una delle principali sfide, ma anche opportunità, che Confindustria Piemonte condivide con le oltre 5.500 imprese che rappresenta. Visione questa rafforzata dalla nostra adesione di due anni fa al Global Compact delle Nazioni Unite”. Dichiara Marco Gay, Presidente Confindustria Piemonte. “E’ un impegno concreto che passa da webinar, formazione interna ma anche dal lavoro svolto da un gruppo di lavoro con la Regione Piemonte per la riduzione delle polveri sottili per raggiungere gli obiettivi al 2025 fissati negli accordi di programma del Bacino Padano insieme a Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. La transizione ambientale approcciata con neutralità tecnologica è la base per gestire non solo il tema energetico, ma anche l’attrattività e la sostenibilità dell’industria piemontese”.
Nel 2019 i consumi dell’industria piemontese sono stati pari a 2.255 ktep, di cui il 28% assorbito da chimica e petrolchimica, seguito da metallurgia, alimentari e cartaria. Considerando un andamento tendenziale di tali consumi, si stima che nel 2030 il settore industriale li avrà ridotti solo del 13% rispetto al 2019. Un risultato insufficiente a raggiungere il target di 1797 ktep introdotto dal PEAR (Piano Energetico Ambientale Regionale). Strumenti come il PNRR possono rappresentare un driver importante della transizione energetica di questa regione, così come azioni per il risparmio energetico (relamping a LED, installazione di pompe di calore, autoproduzione, teleriscaldamento, comunità energetiche e tecnologie innovative come biometano e idrogeno), insieme a strategie di energy procurement (PPA), sistemi avanzati di gestione dell’energia (Intelligenza Artificiale e IoT) ed efficienza comportamentale, oltre che modelli di business innovativi ancora non sufficientemente utilizzati (Energy Performance Contract e PPP).

foto: xb2/Italpress

(ITALPRESS).

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