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Vi sarà capitato – se siete appassionati di calcio, magari tifosi delle Grandi – di non saper rispondere al volo all’amico che vi invita a cena nel weekend, venerdì pesce, sabato trippa…Aspetta, fammi vedere il calendario…facciamo giovedì gnocchi…Sì, perchè, coppone e coppette a parte, le serate conviviali sono tutte funestate dalle partite di campionato (e dall’ira delle compagne virtualmente sole non più la domenica ma tre/quattro giorni su sette). ‘Sta settimana, addirittura, liberato il Napoli al pomeriggio – ore 15, amarcord dei bei tempi – sabato Inter, domenica Milan, lunedì Atalanta, martedì Juventus. Sapete cosa vi dico? E’ mancanza di rispetto. Vittime i tifosi, il campionato. E il buonsenso azzerato dall’affarismo.
Respect. Era l’inno di Aretha Franklin – dicono la più bella canzone di tutti i tempi – “Scopri cosa vuol dire per me”, cantava – poi è arrivato Platini e abbiamo scoperto che in nome dell’Uefa – ieri di Michel, oggi di Ceferin, tutto cambia perchè nulla cambi – Respect vuol dire “promuovere l’idea fondamentale del rispetto durante il gioco: rispetto per i giocatori avversari, per gli allenatori e per i dirigenti, rispetto per gli arbitri e per i tifosi. Il rispetto è un valore essenziale del calcio, in quanto sport aperto a tutti”. Insomma, un manifesto bugiardo che il mio amico Gabriele Gravina – ci conosciamo da una vita e non grazie a un pallone – dovrebbe impugnare, denunciare, correggere. E non solo per la messa in tavola dell’indigesto spezzatino che ha tolto nobiltà al torneo; no, c’è di peggio: la vergogna del Var, l’arroganza dell’organizzazione arbitrale avviata al fallimento – e Rocchi ne sembra il liquidatore – e l’offesa alla capoclassifica, la bella Inter che domina la scena e le cui imprese invece di essere esaltate – o almeno RISPETTATE – vengono fagocitate dal sospetto – alimentato non solo da opinionisti coatti ma anche dagli stessi arbitri – che il campionato sia falsato. In ogni caso involgarito. Mentre la Beneamata s’avvia a vincerlo per cogliere la seconda stella. La falsa promessa che la Var avrebbe svelenito il gioco ha invece realizzato la disfatta della sua immagine: risse, ingiurie, violenze in campo e fuori, sospetti, denunce…
Sabato non si è salvato neanche il Napoli, vittorioso “alla Mazzarri” – fu lui a proclamare che le partite durano (almeno) 95 minuti e ha fatto fuori la Salernitana al 96′. Ma il presidente granata Iervolino non ci sta e produce un’accusa violentissima al mondo arbitrale: sarà archiviata o approfondita? Eppoi – leggo – manita dell’Inter ma un rigore negato da Rapuano al Monza…Il grande lavoro di Marotta e la felice maturità di Simone Inzaghi discussi invece di essere rispettati. Mi torna in mente Giampiero Boniperti che mi confidava il suo disappunto quando certi arbitri arrampicatori – social climbers – facevano regalini alla Juve per farsi voler bene “e invece ci sputtanano”.
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