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E adesso chi mi manca? Non avrei mai creduto di vivere in breve tempo l’esonero di due miti come Ancelotti – seduto sulla panchina del Napoli dal 23 maggio del 2018 al 10 dicembre del 2019 – e Mourinho, sempre in piedi accanto alla panchina della Roma dal 4 maggio 2021 (giorno dell’annuncio ufficiale) al 16 gennaio 2024. Ripeto: chi mi manca? Come un tagliateste rivoluzionario, visto il parterre d’un roi, dovrei programmare la caduta di Allegri, così fortemente voluta da tanti Tafazzi juventini, ma l’escludo: Max ha in mano non solo la squadra ma il destino del club che padroni inesperti gli hanno giustamente affidato.
Ecco dove hanno sbagliato, Ancelotti e Mourinho: dovevano pretendere carta bianca, responsabilità tecnica strettamente collegata alla spesso precaria attività societaria, là dove si trattano acquisti, cessioni e comunicazione. Questa vilipesa a Roma, incontrollata a Napoli. Ma almeno De Laurentiis è stato capace di vincere. Autorevolezza: l’indossava Capello – come laticlavio o corazza – proprio a Roma, quando Sensi gli mollò il potere soffrendo ogni giorno, festa dello scudetto compresa.
Quando scrissi che il tricolore l’aveva vinto l’allenatore intelligentemente da lui ingaggiato, il presidente, tanto generoso come inesperto, mi mandò a quel paese; fu così che don Fabio – avvertito della gelosa Voce del Padrone diffusa anche da insinuanti e addomesticate radio locali – cominciò a preparare le valigie per la grande fuga notturna che lo portò fra le braccia della Signora.
Dall’ultimo glorioso scudetto la Roma non è cambiata, frustrazioni e gelosie hanno portato anche alla liquidazione totale di Totti, l’Ultima Bandiera. E non poteva passarla liscia Mourinho, il costruttore di una nuova felicità intesa subito dal popolo giallorosso – invasore appassionato dell’Olimpico – come un salto di categoria: dalle catacombe a Cinecittà. Peccato che i cinematografari Friedkin non l’abbiano capito. Come gli americani che li hanno preceduti, banali speculatori privi di competenza e passione. Non riesco a immaginare se e cosa si siano detti, lo Special e il Presidente, prima di lasciarsi: il comunicato della Roma è ipocrita, il silenzio dello Special non è un cerimonioso tocco di classe. Sta solo contando i soldi.
In bocca alla Lupa, Daniele De Rossi.
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(ITALPRESS).

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