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ROMA (ITALPRESS) – Il Coreper, il Comitato dei rappresentati permanenti degli Stati membri presso la UE, ha confermato l’accordo provvisorio raggiunto nei giorni scorsi tra Parlamento europeo e Consiglio sulla proposta di regolamento riguardante gli imballaggi e rifiuti di imballaggi. Sono state così superate – si legge nella nota settimanale di Confagricoltura – le riserve espresse della Commissione in merito alla disposizione contenuta nell’intesa, secondo la quale anche le aziende con sede nei Paesi terzi dovranno seguire la nuova normativa. In pratica, si applicherà la clausola di reciprocità sollecitata da tempo da numerosi Stati membri e reclamata durante le recenti proteste degli agricoltori.
Secondo la Commissione la reciprocità non è conforme alle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO). In effetti, le importazioni in arrivo dai Paesi aderenti all’Organizzazione non possono essere vietate unilateralmente, se non per motivi di precauzione sanitaria. Va ricordato che il blocco deciso anni fa dalla UE a carico delle importazioni dagli USA di carni ottenute da animali allevati con gli ormoni, ha innescato un lungo contenzioso. Alla fine, per mantenere il divieto, l’Unione ha dovuto concedere un contingente di importazioni a dazio zero dagli Stati Uniti di carni non trattate con gli ormoni.
Come primo esportatore mondiale di prodotti agroalimentari, la UE ha tutto l’interesse che i mercati internazionali siano aperti e gestiti sulla base di norme multilaterali. Occorre, però, prendere atto che il sistema fondato sul WTO attraversa una fase di profonda crisi e un rilancio non si vede all’orizzonte.
Dopo il fallimento del “Doha Round”, nessuna intesa, neppure parziale, è stata raggiunta sull’agricoltura. Anche l’ultima Conferenza ministeriale si è conclusa, all’inizio di marzo, con un nulla di fatto. Sono risultate inconciliabili, in particolare, le posizioni delle parti aderenti in materia di stock pubblici e controllo dei flussi commerciali a protezione dei mercati interni.
Alla luce di questa situazione di fatto, la Commissione dovrebbe assumere una posizione realistica e dare il via libera, senza riserve, alla reciprocità delle regole. Il mercato europeo deve essere aperto solo ai prodotti ottenuti nel rispetto delle norme europee in materia di sicurezza alimentare, protezione dell’ambiente, tutela del lavoro e benessere degli animali. Le regole, insomma, devono valere per tutti. Per gli agricoltori degli Stati membri e per gli operatori che intendono collocare i propri prodotti su un mercato, quello dell’Unione, che è tra i più grandi al mondo. Stando agli ultimi dati della Commissione, da gennaio a novembre 2023, le importazioni agroalimentari degli Stati membri sono ammontate, nel complesso, a 146 miliardi di euro.
Tenuto conto, inoltre, dell’instabilità che sta caratterizzando l’andamento dei mercati e che il cibo è diventato uno strumento di guerra e pressione politica, dovrebbe essere anche introdotta una clausola di salvaguardia, da far scattare in modo automatico e rapido in caso di aumento delle importazioni di prodotti agroalimentari dai paesi terzi rispetto ad una media prefissata. L’obiettivo è quello di salvaguardare la stabilità dei mercati e la tenuta dei prezzi agricoli nell’Unione.
Non è un ritorno al protezionismo, ma la presa d’atto che la globalizzazione è entrata in una fase nuova e ancora incerta negli ulteriori sviluppi.
-foto Agenzia Fotogramma-
(ITALPRESS)

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